Chiara Tagliaro

Progetto ufficio. Strategia e processi per l’evoluzione degli spazi aziendali

Contributi di: Silvia Francesca Leoncini, Alessandra Migliore e Alice Paola Pomè.

Franco Angeli, Milano
2021

Case Studies

Anteprima

A seguito della diffusione della pandemia da Covid-19, le aziende si stanno ponendo domande cruciali sui propri spazi di lavoro. Quanto spazio mi serve? Di che tipo di spazio hanno bisogno i miei dipendenti per lavorare al meglio? Quali sono i benchmark di riferimento per progettare l’ufficio del futuro?

Questo volume non dà una risposta univoca a queste domande, ma mira a far emergere le questioni chiave che un’azienda deve affrontare e gli elementi da considerare durante il processo di progettazione e gestione dei propri  spazi di lavoro.

A partire da un inquadramento dei macro-trend che influenzeranno le strategie di corporate real estate e workplace nel prossimo futuro, il volume prende in esame una serie di casi di studio, esemplificativi dell’evoluzione dell’ufficio corporate in Italia negli ultimi trent’anni. Questo percorso cronologico consente di indagare lo stato di fatto dell’ufficio e di consolidare una conoscenza di base  sugli spazi e i servizi per il lavoro, necessaria a prefigurare l’evoluzione dell’ufficio di domani.

Poiché la strategia e i processi legati all’evoluzione dello spazio passano attraverso una serie di elementi fisici che supportano le attività svolte dagli utenti all’interno dello spazio stesso, il libro mira a costruire un quadro di riferimento il più completo possibile sugli elementi spaziali e sulle attività che il workplace può ospitare. Vengono quindi passate in rassegna le unità spaziali fondamentali di cui si compone lo spazio di lavoro, descritte per tipologia e nomenclatura, con alcuni benchmark di riferimento e indicatori per misurarne l’efficacia e l’efficienza. Altresì, il libro fornisce una tassonomia e classificazione delle caratteristiche fondamentali degli utenti finali e del loro modo di lavorare. Ciò costituisce il nucleo di informazioni principali a partire dal quale è possibile applicare una serie di strumenti a supporto dello space planning. Alcuni di questi, oggi disponibili sul mercato e nell’ambito della ricerca, vengono presentati come utili per configurare gli spazi ufficio e, quindi, possibilmente applicabili nel contesto odierno in cui si guarda al cambiamento.

Il libro conclude con alcune riflessioni sulle questioni ancora aperte in merito all’evoluzione dell’ufficio corporate. Questo volume costituisce un riferimento per supportare le aziende nelle loro valutazioni in merito a: quanto spazio dovranno cercare, dato un certo modo di lavorare dei propri dipendenti; di quale spazio avranno effettivamente bisogno, considerate determinate attività legate al lavoro ma anche al tempo libero che verranno ospitate in ufficio; a quali benchmark fare riferimento per traguardare la meta dell’ufficio di domani.

Il fine ultimo di questo volume è stimolare un approccio più consapevole all’uso e consumo dell’ufficio del futuro, dove l’equilibrio tra diversi elementi è funzionale al benessere e alla produttività dei dipendenti come singoli individui e dell’azienda come organismo complesso.

Caso #1: Surgital – L’ufficio come spazio per il lavoro

Surgital è la più importante azienda italiana produttrice di pasta fresca surgelata. L’azienda nasce da un piccolo laboratorio artigianale di 45 mq nel cuore del paese di Lavezzola (Ravenna) da un’idea di Romana Tamburini. Nel 1990 vi è stata la prima industrializzazione con il trasferimento verso l’edificio attuale, nello stesso paese, in un’area di proprietà di circa 60.000 mq di superficie totale. Gli uffici Surgital presentano un impianto regolare che ospita circa trecento dipendenti. Si tratta di spazi che restituiscono un’immagine corporate istituzionale, con facciate continue in vetro e acciaio tipiche di un’architettura per ufficio di fine millennio. Internamente, gli ambienti spaziosi, illuminati e ampi consentono a tutto il personale di godere della luce esterna attraverso ampie vetrate e attraverso la creazione di giardini interni posti centralmente nella costruzione.

© Photo Credits Surgital S.p.A.

Caso #2: Henkel – L’open office

La sede di Henkel a Milano si trova a Nord del quartiere Bovisa in via Amoretti 78. L’edificio, costruito nel 2000, è stato occupato da Henkel nel 2009. Se la facciata è stata mantenuta nel tempo e restituisce un’estetica corporate tipica dei primi anni duemila, l’interno ha subito diverse modifiche che hanno portato l’ufficio a diventare un moderno open office nella logica dell’Activity-Based Working. La strategia perseguita dall’azienda è stata, da un lato, quella della riduzione dello spazio per dipendente, che ha consentito il rilascio di due piani ufficio sui cinque occupati, e dall’altro, l’ampliamento e arricchimento dell’offerta di servizi altri legati a welfare, wellbeing e sostenibilità, tra i quali il ristorante aziendale, la palestra aziendale, le docce, le colonnine di ricarica per veicoli elettrici e il Beauty Salon.

© Photo Credits Henkel

Caso #3: Unicredit –  L’ufficio collaborativo

Il centro direzionale “Sant’Elia” nasce a Lampugnano, un’area periferica della città di Milano (servita dalla metropolitana M1), rimasta pressoché invariata dagli anni ‘80 a oggi. Il progetto venne commissionato da UniCredit (allora Credito italiano) nel 1981 all’architetto Ignazio Gardella che, insieme a un gruppo di altri professionisti sia interni che esterni a UniCredit stessa, completò la progettazione nel 1985. La costruzione della sede durò quattro anni, dal 1985 e il 1989, e ha subito diversi interventi di ristrutturazione tra cui quello più recente risale al 2020 in piena pandemia. 

La sede di Lampugnano di UniCredit si insinua nella periferia di Milano, creando un immaginario forte nel circondario. L’ufficio si articola su tredici piani con layout di tipo open space gestito nella logica della desk sharing policy. Le postazioni di lavoro individuali – prevalentemente non assegnate – si alternano a numerosi spazi collaborativi – formali e informali. Gli spazi offrono anche differenti tipologie aree per i meeting e di supporto al lavoro.

© Photo Credits Unicredit S.p.A.

Caso #4: Yoox Net-A-Porter – L’hub creativo

Il complesso di edifici dove sorge la sede di Yoox Net A Porter (YNAP), colosso dell’e-commerce di beni di moda e lusso, è situato nel quadrante sud-ovest di Milano nella ex area Richard Ginori nel quartiere San Cristoforo sul Naviglio. L’area ex industriale è oggi uno dei cuori pulsanti dell’economia creativa della città di Milano. La sede di YNAP si trova al civico 17 di Via Morimondo in un complesso di edifici di nuova costruzione. L’azienda ha occupato nel 2010 solo uno dei quattro edifici del complesso. Oggi YNAP è l’unico inquilino dei quattro edifici dell’area. L’HQ è caratterizzato da ampi open space alternati a spazi collaborativi e zone relax indoor e outdoor. La peculiarità dell’edificio è che è interamente alimentato da energia rinnovabile. Il dinamismo e l’innovazione che caratterizzano il core business dell’azienda trovano spazio nella gestione degli uffici, adattabili e modificabili dai dipendenti in relazione alla loro creatività.

© Photo Credits Gabriel De La Chapelle OPPURE Vittorio La Fata

Caso #5: Nestlé – L’ufficio oltre il lavoro

Il nuovo Campus Nestlé nasce nel 2014 dall’esigenza di riunire in un unico HQ tutte le Società del gruppo in Italia. L’edificio è localizzato ad Assago, Comune nella periferia Nord di Milano, in un’area in cui si trova uno dei centri direzionali della città (complesso Milanofiori). L’HQ Nestlè è stato realizzato ex-novo dallo studio di architettura Park Associati e offre ai propri dipendenti uno spazio per il lavoro che, allo stesso tempo, oltrepassa i confini della vita lavorativa configurandosi come uno spazio multi-purpose. Lo spazio infatti mira a garantire libertà di scelta ai dipendenti Nestlè così che “ciascuno possa costruirsi il proprio modello di lavoro”. Per questo motivo l’azienda applica la policy di libera occupazione delle postazioni di lavoro (prevalentemente non assegnate) e adotta per i propri spazi un modo di lavorare Activity-Based.

© Photo Credits Andrea Martiradonna e Nestlé

Caso #6: Siemens – L’ufficio smart

La sede di Siemens a Milano si trova nella periferia nord-est della città, in zona Precotto. Nel 2014 Siemens ha ristrutturato l’area di una ex cava, che già occupava dal 1963, costruendo un ulteriore edificio nel lotto esistente. La sede è stata poi inaugurata nel 2018, dopo soli 18 mesi di cantiere. Casa Siemens si configura come un microcosmo inserito all’interno del masterplan di riqualificazione dell’area in via Vipiteno a Milano. Il masterplan ha ridisegnato totalmente l’area, organizzando verde e ambiente costruito in maniera lineare e semplice. L’HQ Siemens vi si inserisce organicamente essendo costituito da un corpo a “E” disposto intorno a due corti pavimentate e arricchite da elementi vegetali. Gli spazi interni sono pensati per essere uffici “non territoriali” e per restituire un’immagine agile e smart dell’azienda attraverso molteplici servizi individuali e collettivi, quali auditorium, bar e mensa.

© Photo Credits Carola Merello da Archiportale.com

Caso #7: CBRE – L’ufficio flessibile

CBRE occupa dal 2018 tre piani (primo, secondo e sesto) dell’edificio di Piazza Affari 2 a Milano. L’edificio risale al secondo dopoguerra e ha ospitato gli uffici di Telecom fino al 2015 quando venne ristrutturato da un fondo di investimenti e trasformato in multi-tenant. Gli spazi di CBRE sono stati realizzati nel 2018 su modello Activity-Based Working dedicando il sesto piano alle sale riunioni e area bar con accesso alla terrazza esterna e i piani 1 e 2 alle aree operative. In quanto società di consulenza nel settore real estate la forza lavoro che frequenta la sede è molto variabile e di difficile previsione, per questo motivo lo spazio è pensato in maniera estremamente flessibile e adattabile a diversi flussi di utenti. 

© Photo Credits Andrea Segliani

Caso #8: Microsoft – L’ufficio ibrido

Microsoft occupa un edificio iconico nel centro della città di Milano: uno degli esempi di architettura contemporanea che stanno cambiando il volto della città. Microsoft occupa parte dell’edificio dal febbraio 2017 sotto il nome di “Microsoft House”. L’edificio è stato progettato dagli architetti Herzog & De Meuron per conto del Gruppo Feltrinelli e si inserisce nella rinnovata area di Porta Volta. Precedentemente, l’area era occupata da piccoli capannoni industriali/artigianali. La Microsoft House è uno spazio flessibile e funzionale, volto a massimizzare la collaborazione. L’edificio si sviluppa su sei piani e alterna open space senza alcuna postazione assegnata a spazi collaborativi. I piani terra e primo sono dedicati alla Customer Area aperta al pubblico con showcase dei prodotti. Vengono svolte anche attività di formazione ed eventi aperti al pubblico che caratterizzano con una funzione ibrida.

© Photo Credits Stefano Guindani

Caso #9: Lavazza – L’urban office

Lavazza, azienda leader nella produzione del caffè, si è trasferita nel nuovo HQ – la Nuvola Lavazza a Torino – nella primavera del 2018. Si tratta di un edificio multifunzione che ha colto in modo innovativo molte delle sfide dell’ufficio contemporaneo. La Nuvola Lavazza dà un volto nuovo, riqualificato, al quartiere Aurora ed è pensata innanzitutto come un luogo di lavoro contemporaneo che riflette la dimensione globale del gruppo, ma è nato anche per attivare il dialogo con la città e il territorio, offrendo esperienze di condivisione culturale, sociale, di gusto e di business. La conformazione, il design e i servizi offerti dalla Nuvola contribuiscono a rendere l’edificio uno spazio multifunzionale che, da un lato, si apre verso la città costituendo un landmark riconoscibile – e per questo un urban office – dall’altro, si stringe intorno alla comunità di dipendenti il cui benessere è posto al centro.

© Photo Credits Archivio Lavazza Group

Caso #10: Zambon – L’ufficio nel campus

Z-Life è l’HQ di Zambon, impresa farmaceutica italiana, inaugurato alla fine del 2019. La sede sorge all’interno del campus OpenZone a Bresso, alle porte di Milano: un campus che ospita diverse aziende nel campo della salute e che dunque valorizza l’approccio dell’azienda basato sulla condivisione senza barriere. La realizzazione di Z-Life costituisce un’importante tappa nel piano di sviluppo del campus scientifico. All’interno dell’edificio non ci sono pareti e il perimetro in vetro esalta la vocazione di spazi aperti e luminosi. Le postazioni di lavoro si sviluppano su grandi tavoli che mettono in relazione interno ed esterno ed elementi di verde entrano negli uffici, grazie alla coltivazione idroponica e seguendo il principio di biofilia. La sede ospita inoltre numerosi servizi aggiuntivi anche in condivisione con il campus OpenZone. 

© Photo Credits Luca Rotondo

Caso #11: Enel – L’ufficio fluido

L’ufficio di Enel si trova in un edificio di alto pregio architettonico progettato nel 1952 da Gio Ponti e localizzato in via Carducci 1, a Milano in pieno centro cittadino. Il progetto era stato commissionato dalla società Edison. Enel occupa l’edificio dal 1962. La ristrutturazione dell’edificio nel 2015 ha altresì variato il layout dell’immobile secondo criteri tipici degli spazi di lavoro contemporanei: gli spazi Enel sono fluidi, continui, variegati e conviviali. Infatti, dal 2015 al 2019 il layout è stato continuamente ripensato e riadattato fino al completamento del progetto nel 2019 in ottica Smart Office. Questo implica ad esempio l’alternanza tra postazioni di lavoro tradizionali e spazi di lavoro più collaborativi e flessibili. 

© Photo Credits Enel

Caso #12: Accenture – L’ufficio delle idee

Le due sedi milanesi di Accenture, società di consulenza internazionale, sono state recentemente completate per assolvere a due funzioni complementari. 

Il primo caso, la torre Bonnet, fu progettato da Francesco Diomede, Giuseppe e Carlo Rusconi Clerici e fu costruita nel 1962 in Via Nino Bonnet a Milano, nel cuore del Porta Nuova Business District e a pochi passi da Corso Como. È una torre di 20 piani che ospita il Corporate Center di Accenture, l’HQ nella città di Milano disegnato per collaborare con i clienti e partner. Il progetto del 2021 da parte di COIMA Real Estate e dello studio di architettura londinese PLP Architecture ha previsto aree di lavoro modulari che garantiscano un’esperienza lavorativa allineata alla policy di lavoro agile, alla collaborazione e alla co-creazione, non venendo meno alla struttura e alla forma dell’edificio storico originario.

Il secondo caso, il People Hub, è un edificio di nuova costruzione posto nel complesso Milanofiori Nord di Assago che sarà inaugurato a gennaio 2022 e i cui lavori sono iniziati nel 2019. La sede del People Hub di Milanofiori fa parte del più ampio progetto di sviluppo avviato oltre 40 anni fa, che ha visto, tra l’altro, la realizzazione del Centro Direzionale Milanofiori e di un Centro Commerciale con circa 50 negozi e, in seguito, la costruzione di un’arena multifunzionale, nota oggi come Mediolanum Forum, e del Teatro della Luna. 

I due edifici rappresentano due concetti complementari della strategia di localizzazione e sviluppo di Accenture. Da un lato, un HQ localizzato nel cuore del business district milanese e che quindi funge da vetrina per l’azienda nei confronti dei propri clienti. Dall’altro, un hub decentralizzato in uno dei centri direzionali più importanti della città

© Photo Credits Accenture; Mario Frusca. Render di Park Associati.